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La bocciatura riguarda la realizzazione della nuova banca dati denominata Ecosistema Dati Sanitari, "è una scatola vuota", e il nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico. I rimedi indicati dal Garante Privacy. Ma perché l'Authority non viene chiamata a collaborare quando si scrivono i decreti?

I rimedi chiesti dal Garante per la nuova banca dati denominata Ecosistema Dati Sanitari

L’Autorità condivide la necessità di introdurre strumenti volti ad agevolare lo sviluppo di servizi sanitari digitali offerti ai cittadini, ma evidenzia come sia doveroso che, nella loro realizzazione, vengano rispettati i diritti fondamentali delle persone. Una tale tutela non è stata pienamente ravvisata nei due schemi di decreto i quali non sono risultati coerenti con la normativa di settore, e presentano numerosi profili di violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali. Con i pareri attuali, il Garante ha quindi indicato al Ministero le misure da adottare per rendere i due testi conformi alla normativa nazionale e europea.

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Non è la prima volta che un attacco cyber colpisce un’istituzione, eppure abbiamo assistito ad un eccesso di informazioni confuse e talvolta deliranti, che hanno creato audience ma che non hanno certo fornito chiarezza sulla questione.

A distanza di tre giorni, rimane il fatto che l’approccio a tali situazioni resta inadeguato. A quanto si apprende da una recente dichiarazione dell’assessore regionale alla Sanità, risulta essere criptato anche il backup dei dati. Nell'articolo si parla di:

  • Gli errori ignorati
  • Un nuovo mindset
  • Non ci sono pallottole d’argento
  • No culture, no cybersecurity!

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I sistemi informatici sono diversi da regione a regione e faticano a dialogare anche all'interno delle stesse ASL e ospedali, e nell'epidemia si sono visti i risultati.

Umberto Rosini, responsabile dei sistemi informativi per la Protezione Civile, l’uomo che concretamente gestisce la raccolta dei dati quotidiani sull’epidemia, ha spiegato che oltre alle infrastrutture «manca la formazione delle persone che devono andare a caricare il dato».

«È una questione di conoscenza del dato e di saperlo gestire: noi possiamo mettere su qualsiasi struttura, qualsiasi collegamento tra le amministrazioni, ma di fatto quel dato deve essere inserito lì da qualcuno». Il fattore umano è «importantissimo» secondo Rosini, e la formazione del personale è ancor più fondamentale delle risorse tecnologiche, che a suo avviso ci sarebbero.

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